Vederci bene

Vederci bene

Ero sperduto alla fermata del bus nella campagna nei dintorni di Manchester, in compagnia di tre sconosciuti. La paletta della fermata era storta: forse qualcuno, infastidito dai continui ritardi, l’aveva presa a calci. Nessuno parlava. Un tizio aveva una valigia più grande di lui, gli altri solo piccoli bagagli a mano. Eravamo diretti a Leeds.

Finalmente il bus arrivò e aprì le porte. Era un veicolo a due piani. Mi diressi verso il piano superiore per non essere disturbato, ma una donna sulla trentina che indossava un parka si sedette proprio accanto a me, dopo avere appoggiato il parka sul sedile di dietro. Sotto aveva un golfino collo a V di colore nero, però si intravedeva la spallina del reggiseno, che era bordeaux. Portava anche una gonna di jeans blu scuro, ma siccome la gonna era davvero troppo corta sotto aveva indossato dei leggings, anche questi di colore scuro: che poi ‘sta moda di portare i leggings sotto la minigonna non l’ho ancora capita. O hai piacere che ti vedano le cosce e allora falle vedere fino in fondo cosicché qualcuno ti ringrazierà se te lo meriti, oppure ti copri del tutto fin dall’inizio, che forse fai pure meglio. Le scarpe, infine, erano delle ballerine color prugna con effetto scamosciato. Nel complesso non troppo interessante.

-Buongiorno, mi chiamo Jennifer.

-Piacere, Anthony -tagliai corto. Mi misi a leggere il mio romanzo sulla Resistenza italiana: era il modo migliore per non essere disturbati.

-Cosa leggi di bello?

-“Il partigiano Johnny” di Beppe Fenoglio.

-Ah, interessante. Io invece leggo solo romanzi gialli, quelle robe tipo Le Carrè, non so se hai presente.

Sorrisi nervosamente senza replicare ulteriormente e inforcai gli occhiali da lettura. Jennifer sembrò capitolare e infilò gli auricolari iniziando ad ascoltare musica heavy metal a tutto volume. Era come se io fossi in discoteca. Potevo distinguere nettamente i versi cantati da Axl Rose:

Welcome to the jungle / We’ve got fun ‘n’ games / We got everything you want /Honey, we know the names

Tossii più volte, ma nulla. Mi alzai per cambiare posto: nel farlo provai a scavalcarla e visto che lei nemmeno si spostava, inciampai. Nella caduta gli occhiali da lettura si ruppero.

-Mi spiace molto, sono desolata: però non voglio restare nel torto.

Ero furibondo: non avrei finito in tempo il mio saggio sul romanzo italiano neorealista. Mi sporse un biglietto da visita.

-Se passi da Leeds, disse con tono ammiccante, vienimi a trovare e ti risarcirò il danno. Farò del mio meglio, vedrai.

Lessi il biglietto da visita:

SHARON ASTON, ottico in Leeds

20 Merrion Way
Leeds, West Yorkshire LS2 8NZ
Tel: 0113 293 6440