In ritardo

In ritardo

si diresse alla fermata del 77, che portava fuori città. Era in ritardo. Pioveva da tre giorni. Le pozzanghere erano ovunque, ce n’era una anche davanti alla paletta del bus. William (detto Willy) mise il piede dentro l’acqua senza accorgersene. Pensò: “Piove! Senti come piove! Madonna come piove! Senti come viene giù! Queste scarpe non tengono l’acqua. Resterò coi calzini umidi”.

Poi vide il riflesso di una giovane donna.

Alzò lo sguardo: era bionda, occhi chiari, alta circa 1,65 m., coi capelli corti. Indossava un impermeabile marrone e stivali di cuoio nero. Come fosse vestita sotto, non si riusciva a capirlo. Portava orecchini d’oro rotondi e aveva unghie smaltate di rosso intenso. Il suo tipo. Non aveva l’ombrello.

William chiese: “Le serve aiuto? Vuole venire sotto il mio ombrello?”

La donna si accese una sigaretta. Poi disse: “Non parlo con gli sconosciuti”.

Lui ribatté: “Siamo nervose, eh? Sto solo cercando di essere gentile”.

-Non si dovrebbe parlare con degli sconosciuti.

-Fumare fa male: evidentemente rende acide.

-Poca confidenza: sono ispettore di polizia. E non devo stare a spiegare perché sono qui. Levati di torno.

Arrivò il bus. Era stracolmo da non starci dentro. Willy salì lo stesso. In fondo, si disse, era in ritardo.